Il decreto quadro sulla revisione della Legge sull'energia e l'approvvigionamento elettrico in Svizzera mira ad aumentare la produzione indigena di elettricità da fonti rinnovabili. Questo è urgentemente necessario in vista della decarbonizzazione in corso e quindi della crescente elettrificazione, nonché della dipendenza della Svizzera dalle importazioni durante il periodo invernale. Le aziende dell'industria tecnologica dipendono da un approvvigionamento elettrico sicuro.
Il Comitato di Swissmem respinge il referendum degli ambienti per la tutela del paesaggio e ha votato a favore dell’atto mantello. Si tratta di un importante contributo al raggiungimento delle zero emissioni nette entro il 2050. Questa revisione della legge non sarà in grado di dare seguito alla promessa di un approvvigionamento elettrico sicuro ed economicamente sostenibile. Si presume che entro il 2050 la Svizzera necessiterà di 80-90 terawattora di elettricità. Se entro tale data non si aggiungerà alcuna nuova produzione e l'energia nucleare verrà gradualmente eliminata, la capacità di produzione nazionale coprirà solo circa la metà del fabbisogno elettrico. Sono necessarie ulteriori misure per garantire una fornitura di elettricità sicura ed economicamente sostenibile: l'espansione della produzione indigena di elettricità deve essere aperta a tutte le tecnologie e includere tutte le tecnologie di produzione di energia elettrica neutrali per il clima. Anche l'infrastruttura della rete elettrica deve essere ampliata. Infine, ma non meno importante, abbiamo bisogno di un accordo sul mercato dell'elettricità con l'UE nell'ambito degli Accordi Bilaterali III.
Iniziativa sulla biodiversità: troppo ampia e restrittiva
Swissmem dice NO all'iniziativa sulla biodiversità, di portata estremamente ampia. L'accettazione ostacolerebbe, ad esempio, l'espansione delle energie rinnovabili. Si teme che gli interessi della biodiversità vengano sistematicamente anteposti, ad esempio, alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico.
Iniziativa per premi meno onerosi comporta enormi costi aggiuntivi
Secondo una stima dei costi effettuata dalla Confederazione, l'iniziativa per lo sgravio dei premi del PS causerebbe nel 2030 maggiori costi compresi tra 7 e 11,7 miliardi di franchi. Questi costi aggiuntivi sono insostenibili. Dovrebbero essere finanziati con un massiccio aumento dell'IVA o delle trattenute sui salari. Questo comporterebbe un pesante onere non solo per consumatrici e consumatori, ma anche per le aziende dell'industria tecnologica. Per questo motivo, il Comitato di Swissmem ha adottato la posizione del NO. Swissmem si è astenuta dall'adottare una posizione sull'”iniziativa per un freno ai costi" in ambito di politica sanitaria.
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